La riproduzione del gatto

Lo svezzamento


Alcuni allevatori e sedicenti esperti di gatti in relazione allo svezzamento dei cuccioli hanno scritto fiumi di parole volte a convincere chi legge che lo svezzamento sia un momento della vita del gatto che debba essere affrontato con una serie di pratiche che io giudico assolutamente eccessive.
Mi riferisco a coloro che danno indicazioni per svezzare i gattini con gli omogeneizzati per bambini e ad altre pratiche del genere. Ebbene, secondo me gli omogeneizzati dovrebbero essere un'eccezione anche nell'alimentazione dei bambini, figuriamoci dei gatti.... e quindi vi dirò come la penso io riguardo a questo momento della vita del cucciolo. Gli omogeneizzati - in ragione della loro elevata appetibilità - io li riservo ai gattini orfani in cui vi è una reale necessità di svezzamento precoce o a quelli deboli, inappetenti o malati.

Da milioni di anni i gattini in natura affrontano lo svezzamento senza cibi specifici, e se la cavono piuttosto bene. Quindi, senza lesinare nelle cure, quando queste sono veramente necessarie, io penso che sia bene che ogni gattino decida liberamente il momento in cui assaggiare qualcosa di diverso dal latte materno.
Fra i gatti allevati in casa i cuccioli si avvicinano al nuovo cibo in tempi piuttosto variabili. Nei casi di cucciolate numerose (da 6 cuccioli in su) il latte prodotto dalla madre verso le 3 settimane di età dei gattini comincia ad essere minore di quello che i gattini assumerebbero se ne avessero a volontà. In questo caso dunque i cuccioli sono stimolati a guardarsi intorno e ad assaggiare quello che mangia la madre. Nel caso invece di nascita di uno o due cuccioli solamente, il latte prodotto sarà sempre sovrabbondante rispetto alle richieste dei gattini e dunque essi asseggeranno il cibo della madre più spinti dalla curiosità che dalla fame. E questo avviene mediamente più avanti nel tempo.
Accade dunque che - se lasciati liberi di decidere - i gattini si autosvezzino verso i 25 giorni se appartengono a cucciolate numerose e verso i 40 giorni se sono "figli unici".

Anche la qualità del latte ha la sua importanza. Ci sono infatte gatte che producono - rispetto ad altre - un latte più ricco di grassi, e quindi più gradito ai cuccioli: queste avranno figli che tarderanno a cercare il cibo altrove e continueranno a cercare il latte della madre ben oltre il periodo dello svezzamento. Non c'è ragione di impedirlo, a meno che - con i denti - non procurino lesioni alla madre morsicandole i capezzoli o che il latte di gatta, ricco di grassi, provochi loro disturbi intestinali.

Quando il gattino ha deciso che desidera qualcosa di diverso dal solito latte materno, allora potemo cominciare a fargli assaggiare qualsiasi cibo di quelli adatti ad un gatto adulto, ma preparato in modo da essere adatto ad una bocca piccola e ancora poco fornita di denti: quindi bocconcini piccoli e morbidi. Ricordiamo anche che un gattino deve imparare a masticare, perché fino allo svezzamento ha sempre e solo succhiato; può dunque essere utile che i bocconcini di cibo siano fatti in modo che possano essere facilmente aspirati in bocca, e quindi abbiano una forma lunga e stretta, come un vermicello. Per i primi tempi dovremo aspettarci di trovare un po' di sporcizia intorno ai contenitori di cibo: i gattini, infatti, oltre che provare a succhiare la nuova pappa, spesso ci camminano anche dentro!
Ove ci siano molti cuccioli è bene somministrare il cibo in due piatti differenti, per evitare che i gattini più timidi restino indietro e non mangino a sufficienza. Sconsiglio invece in modo fermo l'abitudine di dare ad ogni gattino il cibo in una ciotola diversa e personalizzata: mangiare insieme è un momento di socializzazione.

Alcuni cuccioli di età differenti
mangiano insieme dallo stesso piatto

Tra i cibi che io ritengo ottimi per lo svezzamento dei gattini ci sono tutti i tipi di carne ai ferri (o pesce, ma attenzione alle spine!), la carne bovina cruda, il prosciutto cotto, la mozzarella, la ricotta, i formaggi freschi come il Philadephia e i croccantini imbevuti nel latte, nel brodo o anche semplicemente in acqua. Non consiglio invece il cibo umido industriale per gatti. È opportuno abituare da subito il gattino ad una certa varietà di sapori, in modo che crescendo non diventi uno di quei cosiddetti gatti difficili, che mettono a dura prova la pazienza dei proprietari perché vorrebbero mangiare sempre e solo una certa varietà di cibo.
Naturalmente dovranno essere rispettate le necessità nutrizionali del gattino e gli dovrà essere fornito un adeguato apporto di calcio: uno dei modi più semplici per farlo è di spolverare il suo cibo con un po' di parmigiano o grana.

Verso i 60 giorni di età il gattino è in grado di nutrirsi agevolmente da solo ed è questa l'età in cui deve essergli somministrato il primo vaccino, seguito dopo 3 o 4 settimane da un richiamo. Per allontanare il gattino dalla madre consiglio che sia stato effettuato almeno il primo vaccino, meglio se tutti e due.