Il parto è un fenomeno fisiologico, pertanto nella stragrande maggioranza dei casi la gatta è in grado di affrontarlo senza problemi. Vero è comunque che la presenza di una persona amica può essere di grande conforto per quelle gatte che sono particolarmente legate al proprio padrone e ai suoi familiari e spesso è la gatta stessa che sollecita il proprio padrone a restare al suo fianco. È invece inopportuna la presenza di persone estranee, che potrebbero innervosire la gatta. Sempre per riguardo alla partoriente è bene limitare i rumori molesti o le conversazioni a voce troppo alta: le gatte durante il parto si spaventano con estrema facilità.
Alcune gatte sembrano nate per fare le mamme e, anche al primo parto, affrontano l'evento come se "sapessero" esattamente come gestirne ogni aspetto: sono tranquille, rilassate, fanno le fusa, ripuliscono molto efficacemente se stesse e i gattini che vengono al mondo, offrendo loro le proprie mammelle per allattarli. Altre gatte - per fortuna poche - sono invece soggette ad ansia e ossevandole si nota chiaramente che quanto sta loro accadendo le turba e le lascia sconcertate: sono nervose, si alzano e si riaccucciano continuamente, talvolta si dispongono per partorire nella lettiera e - una volta che il cucciolo è venuto alla luce - lo guardano e lo annusano come si trovassero di fronte ad un estraneo senza assumere la classica posizione a pancia all'aria che favorisce i cuccioli nel loro percorso verso la prima poppata. Anche in questo caso l'azione del padrone può essere determinante a tranquillizzare la gatta favorendo la sua favorevole disposizione ad occuparsi attivamente dei cuccioli.
È normale che verso la fine del travaglio e durante il parto il respiro della gatta si faccia sempre più affannoso e che l'animale respiri a bocca aperta e con la lingua a penzoloni.
La presentazione del feto è in prevalenza di testa. Più rare - e possibili cause di travagli lunghi e impegnativi per la gatta - sono la presentazione podalica, con le zampe posteriori o quella "di coda". Anche la presenza di feti morti può rendere il travaglio più lungo e stressante. L'intervallo di tempo tra la nascita di un gattino e il successivo può variare da qualche minuto ad alcune ore. Quando tuttavia il proprietario non sia sicuro che tutto stia andando nel migliore dei modi, è bene che chiami il veterinario, che valuterà la situazione con la sua esperienza. Talvolta infatti si rende necessario un taglio cesareo o un "parto pilotato" cioè la somministrazione controllata di farmaci in grado di favorire energiche contrazioni uterine.
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Nascita di un gattino | La madre ripulisce il neonato | Il cucciolo inizia a nutrirsi |
La nascita di ogni cucciolo è normalmente seguita, dopo un breve intervallo di tempo, dall'espulsione della relativa placenta. È anche possibile però - sebbene meno comune - che il gattino e la relativa placenta vengano espulsi contemporaneamente. Ogni piccolo è contenuto in un sacco sottile e trasparente che contiene una certa quantità di liquido amniotico ed è collegato alla placenta tramite il cordone ombelicale. Il sacco amniotico è di norma integro e viene lacerato dalla madre che, appena nato il gattino, inizia a ripulirlo con vigorose leccate che favoriscono la circolazione e la respirazione del nuovo nato. La madre mangia generalmente il sacco amniotico e la placenta, recidendo con i denti il cordone ombelicale a qualche centimetro dal corpo del cucciolo. È bene non disturbare la gatta in questa fase e lasciare che si nutra della placenta, che contiene principi nutritivi e ormoni utili per favorire la lattazione. È anche opportuno che il proprietario controlli che tutte le placente vengano espulse in quanto una placenta ritenuta può causare alla gatta pericolose infezioni. In quei rari casi (soprattutto fra i soggetti di razza) in cui la gatta non si prende cura dei propri cuccioli fino al termine del parto è bene che sia il proprietario a ripulire e massaggiare ogni cucciolo e a reciderne il cordone ombelicale.
Presso la cuccia del parto la gatta dovrà avere acqua e cibo fresco a sua disposizione: non è infatti infrequente che, nei periodi di intervallo tra la nascita di un cucciolo e quello successivo, la madre ritenga opportuno fare uno spuntino per riprendere forze.
Ogni gattino sano ha l'istinto a dirigersi verso le mammelle e a succhiare; alcuni iniziano pochi minuti dopo il parto, altri tardano perché impiegano un po' di tempo per riprendersi dallo stress della nascita. Se tuttavia questo ritardo dovesse perdurare per alcune ore, è possibile che il cucciolo sia molto debole e necessiti di un aiuto per attaccarsi a un capezzolo o che abbia qualche malformazione o patologia. In caso di dubbi, è meglio rivolgersi al veterinario anche se il controllo del palato (per verificare che il gattino non sia affetto da palatoschisi) può essere agevolmente fatto anche dal proprietario. Un gattino con questa malformazione è destinato a morire: meglio far intervenire il veterinario per evitargli inutili sofferenze.
Nel giro di qualche ora i cuccioli saranno tutti asciutti e impegnati a succhiare prima il colostro e poi il latte.
Il proprietario dovrà anche verificare - qualora non lo abbia già osservato - che entro 12/18 ore dal parto la gatta abbia ripreso a mangiare, bere e ad usare la sua cassetta igienica, che non dovrà essere collocata ad una eccessiva distanza. Quando la gatta avrà la necessità di usarla si sentirà più tranquilla se contemporaneamente potrà tenere d'occhio la prole.